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April Latimer, giovane medico di buona famiglia e dubbia reputazione, sembra svanita nel nulla: gli amici non la sentono da giorni, al lavoro la credono malata, nulla nel suo appartamento lascia presagire una partenza programmata. Nell'indifferenza generale, solo la sua amica Phoebe, figlia dell'anatomopatologo Quirke, sembra porsi delle domande, sorretta nella sua ostinazione da un brutto presentimento che le circostanze non fanno che incoraggiare. Troppe, infatti, le resistenze inaspettate, le zone d'ombra, l'imbarazzo contro cui si scontrano i suoi cauti tentativi di saperne di più: d'un tratto tutto appare più confuso e compromesso di quanto potesse immaginare, caliginoso e denso come la nebbia che incombe su Dublino, fredda e ostile come non mai negli ultimi scampoli d'inverno. Forse Aprii non è quella che ha fatto credere di essere, né c'è da fidarsi della sua fin troppo rispettabile famiglia; anche all'interno del loro gruppo all'apparenza compatto - scopre Phoebe - c'erano segreti, intese, rivalità ben più profonde di quanto lei abbia mai sospettato. L'unico su cui contare è Quirke, reduce da un soggiorno in una clinica di riabilitazione per alcolisti e intenzionato a fare il padre come si deve, ma ancora vulnerabile alle più umane delle tentazioni: un'auto sportiva che non sa guidare, un whisky di troppo di tanto in tanto, per scaldarsi cuore e ossa, e, forse, un nuovo amore.